Biennale Architettura 2021

ECONOMIA DELLA BELLEZZA

Un omaggio all’appassionata ricerca di Emilio Casalini per un territorio dove vivere felici.

Piccole sculture in vetro ideate e realizzate da Marina e Susanna Sent nel laboratorio muranese, ricordano la metropoli, la città, il borgo, la campagna, ma anche spazi dedicati all’arte, alla cultura, all’architettura, al design.

Alcune trasparenti si lasciano attraversare dalla luce, altre opache e colorate la catturano e la restituiscono in modo velato in una armoniosa composizione di lavorazioni e colori.

Evocano luoghi dalla forte identità in equilibrio con il territorio.

Testo di EMILIO CASALINI

Progettista culturale

Il nostro vivere insieme

Immaginare uno scenario in cui ogni parte della nostra struttura sociale dialoga davvero con le altre, dove ognuno ha la consapevolezza del reciproco valore e del valore della reciprocità. Come singolo e come comunità. 

Relazioni che creano economia sostenibile. Che parola bella “economia”, oikonomia, da oikos-casa e nomos-norme, le regole della casa, di quella casa comune chiamato territorio in cui viviamo e in cui tutti desideriamo una cosa più di tutte: essere felici

La visione del tutto per trovare il proprio spazio, quello corretto. Dove realizzare l’oikonomia della bellezza. Intrecciando quello che abbiamo: attitudini, modi di vivere, saperi, mestieri. E’ tutto già davanti a noi, basta solo imparare a connetterlo bene. Un’economia delle connessioni, delle relazioni. Ognuno che si arricchisce del valore e del contributo dell’altro.

La cultura che valorizza il turismo. Il turismo che valorizza la cultura. Le persone e i saperi al centro. L’artigianato, l’agricoltura, l’enogastronomia, il design, la musica: i nostri saperi che si fondono in armonia e creano benessere. L’industria senza demoni. 

Conoscere per valorizzare. L’impatto sociale che è misura vera, non simulata o addomesticata. Metropoli, città, borghi, paesi, campagne, montagne e mari che hanno al centro la comunità e l’ambiente.  

Sistemi complessi della cui complessità non avere più paura. Che si tengono insieme come in un disegno di un grande architetto. Una “visione dall’alto” figlia delle connessioni dal basso, come una foto satellitare fatta da infinite foto fatte da noi sul terreno. Ognuna con la propria identità unita ad una visione d’insieme. Persone che scoprono, conoscono, capiscono, si connettono, gestiscono consapevolmente il proprio spazio. La gestione della complessità attraverso l’armonia.

La bellezza come metrica per l’armonia della complessità. 

Uno spazio intriso di suggestioni, codificate dall’arte di Marina e Susanna Sent, contaminate dalle visioni di Michele De Lucchi, perimetrate dagli studi economici della Banca Ifis, figlie di osmosi dialettiche con Giovanna Zabotti. 

Uno spazio per rivederci, ritrovarci, ripartire.